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Com'è nato Love Touring?




Probabilmente qualcuno di voi si sarà chiesto com’è nato Love Touring.

Per raccontarvelo è necessario che vi mettiate comodi stavolta e che io ovviamente assuma una impronta più da romanziere:

 

Era il 5 novembre del 2017 quella domenica era iniziata in modo uggioso, il vento faceva fischiare le finestre di casa mia, il profumo delle pietanze che mia madre preparava nel fine settimana inebriavano la casa appannandone i vetri ed io avevo deciso di rimanere tra le mura domestiche per conto mio quel giorno, godendomi la mia serenità, finchè non accadde qualcosa di inaspettato che stravolse tutti i miei piani.

Poco prima mi ero imbattuto in uno di quei ricordi che spesso ti ripropone Facebook, si trattava del mio primo viaggio VERO a bordo della mia H-D Touring e quel viaggio mi aveva davvero cambiato e in qualche modo aveva permesso di affondare le mie radici dentro quel mondo biker che mi stava aspettando.

Come si dice, un viaggio si vive 3 volte: quando lo organizzi, quando lo vivi e quando lo ricordi… beh io ero alla mia fase 3.

 

Tornai indietro con la memoria e con l’aiuto delle foto a corredo, mi sembrava di risentire di nuovo gli odori di quella avventura.

Era metà Settembre del 2016 ed avevo finalmente programmato le mie ferie, quell’estate ero spesso in trasferta ed ero anche single, quindi avevo preferito lavorare per tutta la stagione per poi avere due settimane piene di vacanza e relax lontano dalla foga dei turisti, dal caldo e dai prezzi di alta stagione.

inoltre potevo da regalarmi finalmente il viaggio in moto che tanto sognavo, dato che avevo anche da poco realizzato di prendere una Road Glide.

Caricai la moto con tutto il necessario, anche un sacco a pelo e tenda non avendo una programmazione stabilita e mi instradai senza pensarci troppo verso qualsiasi cosa potesse capitarmi on the road.

La partenza dalla Sicilia fu insieme ad una coppia di amici con una H-D Dyna che ritornavano a casa da un loro viaggio.

Quel ritorno per loro a Pescara e partenza per me verso l’ignoto, durò due giorni con una tappa a Lamezia Terme.

Una volta a Pescara passammo la serata tutti in compagnia in un bel locale sul mare tra birre e hamburger, con molti loro amici e qualcuno che avevo soltanto come contatto virtuale che era passato a salutarmi vedendo gli spostamenti che postavo sui social.

Fu davvero carina come cosa.

Una volta in Abruzzo mi fermai ancora per rivedermi un ex collega Matteo, con lui girammo nei pressi di Sulmona e Pratola Peligna percorrendo delle strade veramente spettacolari da fare in moto, purtroppo nel tardo pomeriggio fummo costretti a mettere la moto a riparo nel suo garage dato un potente temporale, mi ospitò per la notte quindi ma non prima di passare una bella serata con altri amici in giro per locali.

Una volta salutato Matteo il giorno dopo continuai il mio viaggio, stavolta verso Torino.

Giuseppe mi aspettava, un mio amico siciliano maledettamente geniale, infatti oggi lavora per Tesla e viaggia tra Germania e Texas, in quel periodo studiava al Politecnico ed avrebbe avuto il fine settimana a disposizione per aggiungersi al mio tour, me lo propose e mi offrì un posto letto per il mio viaggio quindi pensai di approfittarne anche per vederlo.

Una volta li passai alcuni giorni aspettando che si liberasse, ma ne approfittai per andare a visitare la città e salutare, anche in questo caso, tanti biker che vedendo del mio viaggio mi vollero incontrare.

Mi sorprese davvero tanto accorgermi di come, ovunque andavo trovavo tanti nuovi amici pronti ad incontrarmi per offrirmi cibo e accoglienza lungo il mio viaggio, anche se il nostro legame fino ad allora era soltanto una amicizia virtuale ed un marchio di moto in comune.

Quando Peppe fu finalmente libero, partimmo verso la Svizzera, avevamo soltanto affittato una stanza per il fine settimana ed il resto sarebbe stato improvvisato.

Non nascosi l’emozione nel varcare per la prima volta in sella la dogana, attaccare la vignetta per le autostrade svizzere (che non ho più tolto dalla moto) ed uscire dall’Italia in sella al mio sogno in quel territorio per me straniero.

Per chiunque può sembrare una banalità, ma per un siciliano che va in moto non è così semplice superare il confine, magari chi vive a Milano comodamente può esplorare le più belle nazioni europee ogni fine settimana, ma per chi parte dal sud e lo fa tutto su strada, bisogna attraversare prima tutta l’Italia.

In ogni caso la Svizzera fu bellissima, da Lugano a Zurigo attraversammo paesaggi fiabeschi, passammo al volo a prendere la camera ed uscimmo ancora subito dopo fino a ritrovarci senza sapere come in un October Fest, stranamente a settembre, dove essendo gli unici in moto presenti in quella ridente cittadina, fummo investiti da una calorosa ospitalità che ci travolse facendoci forse alzare il gomito più del dovuto.

Tra bicchieri che tintinnavano, sorrisi di belle ragazze e musica tipica in diffusione, passarono le ore e rischiammo di finire per la notte all’agghiaccio se non fosse stato per la mia moto che, avendo il navigatore integrato, ci riportò in mezzo al buio nel nostro B&B sani e salvi.










Quel fantastico viaggio e quella voglia di spingersi un po' più in la proseguì il giorno dopo quando ci spingemmo fino in Germania a Costanza.

Fu una bella permanenza ed il giorno successivo eravamo sulla strada di ritorno di nuovo a Torino, quando, una volta cotto il cervello dentro il tunnel del San Gottardo, mi resi conto di essere andato abbastanza lungo nella tabella di marcia e che una volta arrivati e sistemati per la notte, l’indomani era necessario puntare le forcelle verso sud ed affrontare la traversata.

Salutai Giuseppe ed il ritorno non fu da meno: un altro amico, Gabriele con una Road King, che fino ad allora ci eravamo trovati soltanto su Facebook, mi contattò vedendo i miei spostamenti on line e si offrì di ospitarmi, anche in quel caso non usai sacco a pelo e tenda portati con me da casa.

Ovviamente non fu una cosa da poco in quanto la sera che ci vedemmo fu in giro ovviamente per birrerie ed il giorno seguente prima di partire visitammo Gaeta facendo anche una scorpacciata di prodotti tipici e mozzarelle di Battipaglia.

Salutato Gabriele era necessario tornare e dalla Campania feci un’unica tirata in Sicilia… ero distrutto e volevo andare dritto a dormire ma ovviamente il mio migliore amico Salvo con la sua Sportster che aveva seguito passo passo il mio viaggo, si fece trovare alle porte della mia città e passammo qualche al nostro pub di ritrovo dove trovammo altri amici biker e ci fu un clima di festa come se stessi tornando alla guerra.

 



Questo viaggio mi fece capire che avevo vissuto davvero una esperienza che mi sarei portato dentro per sempre e che avrebbe influenzato il mio modo di essere biker, avevo anche sperimentato di come i social network se usati nel modo corretto possano veramente aprire porte incredibili.

 

Ma tornando al giorno in cui nacque Love Touring, ritrovandomi a rivivere quel viaggio e permeato da quel sentimento di amore e gratitudine verso questo mondo che amo e che anche nei mesi successivi non mi fece mancare esperienze da vivere, scorrendo sulla home di Facebook mi ritrovai davanti una immagine.

Adesso non saprei dire se era una foto di un profilo personale, una pagina o un gruppo.. non fu quello a farmi scattare una molla, quanto il messaggio che conteneva.

Ad un vecchio chopper avevano tolto i fregi e le scritte nel serbatoio e scritto “Fuck Touring”.

Rimasi fermo a vedere quella moto e riflettere.

Non riuscivo a voltare pagina, ignorarla, fare finta di nulla.. ma nemmeno ero in grado di commentare riversando i miei mille motivi per cui quella frase la trovavo scorretta.

Il mio enorme rispetto verso tutti mi faceva ovviamente capire il senso per cui quel tipo aveva dedicato la sua moto ad un pensiero che potevo assolutamente capire.

Però non riuscivo a fare a meno di pensare che quel tizio con la sua moto stava apertamente mandando a benedire quello per cui io avevo faticato tanto e lottato per averlo.

Avevo acceso un prestito per molti anni per comprarmi il touring dei miei sogni e non per questo mi ero limitato a tenerlo custodito in garage, ci ero subito salito in sella e messo sulla strada temerario affinche’ potesse darmi tutto quello che poteva.

Adesso ammesso che quel chopper fosse anche una bella moto e sempre una Harley-Davidson, non capivo perché doveva turbare i miei sentimenti.

Decisi su due piedi di intervenire, pensai a quanti invece nel tempo mi avevano accolto nelle loro case e nella loro vita.

Mi resi conto che potevo controbilanciare questa offesa gratuita che una moto con irriverenza portava su se stessa…

Fu in quel momento che voltai pagina decidendo di ignorare quella scritta su una tanica, cercando di ridare amore a questo modello di moto che era già parte della mia vita.

Il giorno dopo era un lunedì, il 6 Novembre, dopo averci dormito su aprii Facebook, creai un gruppo, lo chiamai LOVE TOURING e l’accesso sarebbe stato consentito soltanto a chi amava queste moto e le possedeva, garantendogli di trovare tutta l’accoglienza, il rispetto e la bellezza che ero riuscito a trovare io… facendosi nuovi amici e condividendo esperienze.

Andai a lavorare facendo giusto qualche invito, la sera eravamo già un centinaio.

 

Sono passati quasi 7 anni da quel giorno, con la scusa di dover fare qualcosa per alimentare quel gruppo, alla fine ho trovato uno scopo ed anche io un serbatoio dove scrivere il mio pensiero e la mia storia!

Ho conosciuto grazie a Love Touring persone che oggi fanno parte della mia vita personale.

Con Nicola gestiamo da sempre il gruppo ed è per me un fratello, con Steven siamo andati insieme ai festeggiamenti H-D  per il 120esimo anniversario a Milwaukee , con molti altri che mi perdoneranno se non li cito abbiamo fatto e facciamo veramente tante cose.

Alcuni come Simone Bergo e Carmelo Garufi che posso dire di avere avuto la fortuna di averli conosciuti grazie a Love Touring, oggi sono per noi dei fratelli da non dimenticare.

 

Oggi Love Touring è un motto.. un modo di dire.. un pensiero positivo e condiviso, abbiamo un sito WEB, tanti profili e gruppi social, facciamo video ed un programma in radio, tanto merchandising da indossare o per adornare la moto che produciamo per noi e rendiamo disponibile a tutti senza alcun scopo di lucro e se ci viene una idea la realizziamo... chissà quindi ancora cosa ci riserva il futuro.

 

Riguardo a me… beh ho capito come affrontare le cose che mi fanno arrabbiare, se potessi oggi, vorrei tanto rivedere quel serbatoio che mi sconvolse anni fa, chissà se viaggia ancora o è finito al macero, la mia Road Glide intanto è sempre con me, mi ha accompagnato anche all’altare quando ci siamo sposati io e Cristina (moderatore del gruppo) e ci resterà ancora a lungo con me, lo vorrei quel serbatoio, lo metterei esposto in casa come un trofeo, in quanto rappresenta per me lo stimolo per la nascita di qualcosa di unico ed irripetibile.

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